Tristezza o Depressione?


Bisogna tener presente che tutti noi proviamo normalmente dolore, sconforto o tristezza di fronte ad un evento stressante, come la perdita di un familiare o di un caro amico, l’abbandono da parte del partner, un licenziamento, una malattia, un fallimento.

In questi casi qualsiasi persona “normale”, cioè che generalmente non presenta sintomi depressivi, può manifestare i sintomi della depressione grave.

La differenza tra uno stato di tristezza o malinconia di tipo reattivo e la depressione unipolare, è che in quest’ultima i sintomi depressivi sono totalizzanti, senza sosta, e persistono tutto il giorno, tutti i giorni.

La maggior parte delle persone che non soffrono di depressione, infatti, è in grado di provare, anche in queste condizioni difficili, momenti di piacere e di rispondere con reazioni coerenti a momenti favorevoli, cioè con contentezza, per quanto di breve durata e/o attenuata.

Nei pazienti depressi invece è difficile che ciò avvenga ed essi non vedono più la possibilità di essere felici neanche in futuro, in quanto non c’è più speranza e fiducia nel domani.

Naturalmente, al di la delle rigide categorie diagnostiche, bisogna poi considerare tutte le situazioni intermedie: cosa fare allora quando ci troviamo, nostro malgrado, in una condizione di tristezza o forte depressione?

A prescindere dal rientrare o meno all'interno di una categoria diagnostica tutti gli stati depressivi sono stati psicologici che vanno affrontati innanzi tutto attraverso vie psicologiche naturali: ancor più se ci si trova in uno stato depressivo che, per quanto intenso, non rientra in una diagnosi di Disturbo Depressivo: sempre e comunque gli psicofarmaci devono essere usati solo nei casi più gravi, a rischio, o non trattabili con il sostegno psicologico, ricordandosi sempre che il biofeedback, una tecnica psicofisiologica non farmacologica, è in grado di ridurre i sintomi depressivi al pari o più dei più comuni antidepressivi (SSRI).